I'm sorry for my english speaking followers, but this is gonna be a post in Italian and it wouldn't be fair translating it due to it's spontaneity when it first came out of my mind. I hope you'll get it translated from someone...and I'm sure you'll love it!
Sono le 6.30 e sono già in macchina. Er sor Mario alle 5.30 mi' sveglia chiedendomi "sei sveglio bene?!?!" ed io, per non risultare distrutto agli occhi di un vispo ottantenne mattiniero, faccio finta di essere già sveglio quando in effetti chi gli risponde si è una mummia sonnambula incapace di articolare i suoi gesti. A tentoni disfo il letto e piego tutti i lenzuolini, per scendere giù dove c'è... Mario con la gamba tremarella che mi fa col suo accento toscano, il baffetto hitleriano bianco tagliato tutto storto e asimmetrico :"siamo in ritardo sulla tabella di marcia!!!". In quel momento suonano le campane che rintoccano le 6, quelle stesse campane che ieri notte fino alle 00 hanno tuonato nelle mie orecchie con il campanile proprio di fianco alla mia finestra. Siamo in ritardo?!?! Mi ripeto autisticamente Mentre il rintocco ancora rimbomba tra un neurone e l'altro del mio cervello spappolato. Nella mia vita di tutti i giorni quando sono in ritardo sono le 11...cazzo, fra 5 ore?!?! Mentre tutti questi pensieri (tutti...è uno solo ma a quest'ora il mio Pentium cerebron ha le performance di un pallottoliere) mi passano per la testa, mi volto e guardo Mario muovere le labbra e gesticolare senza però emettere suoni; È li che racconta dei suoi viaggi in macchina con la sua dolce Teresa, che snocciola numeri manco fosse Berlusconi...ma sono numeri che fanno tenerezza perché sono la loro storia. 1973, 23 ottobre, orari, vie, nomi di paesi assurdi!?! Ho davanti a me due persone che hanno un energia tale da avergli fatto girare in macchina, fino a poco fa, mezza Europa. Addirittura ad Amsterdam sono andati! E Mi immagino Mario, tra quei canali, con un bel cannone che spunta da quei baffi smozzicati...si perché loro so gajardi! Torna l'audio e i labiali di Mario riacquistano un senso...bene, il mio cervello ha finalmente ripreso a funzionare. Teresa mi fa strada e scendiamo x le scalette della loro casetta, la più in alto di tutta Roccatederighi piace dire a Mario. Fuori è buio!!!! Ma non quel buio pallido di quando uscivo per andare a scuola, il buio nero quello pesto. Mario continua a raccontare e Teresa ogni tanto fa dei ridolini squisiti che riecheggiano fra le viette deserte del XII secolo, mentre io fra me e me penso che vorrei un giorno essere come loro.
E così iniziò la mia seconda giornata di un week end di novembre alla ricerca del mio terreno perfetto.
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